mercoledì, gennaio 22, 2020

Ricordi delle vacanze nelle colonie Eni.

Quand'ero ragazzo, ai miei tempi, chi voleva passare qualche settimana al mare o ai monti, doveva per forza accontentarsi delle colonie che alcune aziende mettevano a disposizione per i figli dei propri dipendenti. Mio padre, in quel periodo lavorava all'agip e quindi noi figli, in estate, avevamo la possibilità di poter scegliere tra la colonia di Cesenatico se volevamo andare al mare oppure in quella di Corte di Cadore se preferivamo la montagna.
Inizialmente, fu un dottore che mi visitò, che decise che per me sarebbe stato meglio il mare, perchè secondo lui il mio fisico ne avrebbe ricevuto maggiori benefici, e fu così che all'età di sei anni iniziai la mia prima esperienza di vacanza nella colonia Eni di Cesenatico.
A distanza di tanti anni ricordo comunque ancora tanti piccoli piacevoli momenti di quel soggiorno, come l'arrivo in treno cosa che per me allora rappresentava una novità assoluta dato che non l'avevo mai utilizzato prima, la camerata con i suoi numerosi letti, le varie squadre in cui eravamo divisi, le assistenti che avevano il compito di controllarci e poi il mare e la pineta dove passavamo il tempo durante le belle giornate.
Non è stato subito facile abituarsi a questo tipo di vita, però devo riconoscere che è stato merito anche di questo tipo di organizzazione se poi ho imparato a socializzare meglio con gli altri.
A Cesenatico ci sono tornato ancora l'anno successivo. Ero l'unico figlio della mia famiglia a cui interessava passare le vacanze lontano da casa, ma sentivo il desiderio di poter vedere paesaggi nuovi e di conoscere ragazzi che arrivavano da tutte le parti d'Italia e questo era l'unico modo che avevo per poterlo realizzare.
Poi, negli anni che seguirono, per le vacanze, decisi di iscrivermi nella colonia eni di Corte di Cadore in provincia di Belluno e quella fu una scelta molto azzeccata. Il paesaggio che mi trovai davanti era stupendo, il monte Antelao con i suoi 3264 metri dominava la scena. Ricordo ancora oggi le passeggiate che facemmo su quelle montagne e fu proprio dalle escursioni di quei giorni che imparai ad amarle profondamente.
Fu grazie ad Enrico Mattei la realizzazione di questo villaggio che comprendeva varie strutture tra cui la colonia e le villette che venivano utilizzate per le proprie vacanze dai dipendenti dell'eni. Ricordo ancora bene, le visite che quasi tutti gli anni faceva, per portarci un regalo di persona, un piccolo regalo ma che comunque  riceverlo da lui, che era il presidente dell'Eni, ci procurava sempre un piacere tutto particolare.
Dopo la sua morte purtroppo le cose cambiarono e anche il villaggio Eni ne risentì, ma io che avevo già 12 anni riuscii  ugualmente a partecipare ancora ad alcuni anni di campeggio, in modo tale da poter terminare in bellezza e di completare l'esperienza nelle colonie dell'Eni.

venerdì, gennaio 21, 2011

Il mio primo libro in regalo


Molti anni fa, quando ero ancora un giovanotto, la mia fidanzata di allora, una delle poche che ho avuto, mi regalò per il mio compleanno, confesso che ho vissuto, un libro di memorie del poeta Pablo Neruda. Ricordo bene quell'avvenimento, perché è stato il mio primo regalo ricevuto da una ragazza. Eravamo nell'ottobre del 1974, il mondo era ancora diviso in blocchi, circa un anno prima avvenne il golpe cileno dove fu assassinato Salvador Allende e in quel contesto storico Neruda si schierò duramente contro i militari golpisti, ma morì poco dopo in una clinica in circostanze non molto chiare. Il libro fu pubblicato postumo a circa un anno dalla sua morte.

In quel periodo seguivo con interesse la vita politica ed ero schierato su posizioni di sinistra, la mia ragazza di allora, neanche a farlo apposta era di famiglia democristiana e del tipo più conservatore, quelli che credevano ancora che i comunisti mangiassero i bambini e che rubassero la casa e la terra ai contadini, facevano parte della cosi detta piccola borghesia mentre io ero sicuramente classificato in quella del proletariato, si può quindi immaginare come i suoi genitori avessero preso questo nostro legame. Ricordo che mi diceva spesso che volevano farla mettere sotto analisi, perché ritenevano, con la scelta che aveva fatto, che non fosse a posto con il cervello. Questa era la mentalità del nostro paese in quegli anni, una società divisa in classi, dove il nemico di allora non era l'immigrato, ma l'operaio con le sue idee rivoluzionarie, con gli scioperi che venivano proclamati per conquistare maggior democrazia e potere nella fabbrica, con le tasse che si voleva far pagare tutti e dove si lottava per avere una scuola democratica e aperta a tutta la società .

Per questo considero quel libro come un ricordo molto bello, non solo per il suo valore culturale, ma anche per ciò che rappresenta nel suo complesso, perché è attraverso il dono dell'amore che si può crescere come persone, che non vuol dire limitarsi soltanto ad uno scambio di piacere che interessa il corpo, cosa sicuramente importante, ma che sa andare oltre e riesce a coinvolgere seppure in modo meno immediato e più sottile, tutta l'anima, perché solo così riuscirà a lasciare un segno permanente nella formazione della propria personalità e del carattere che ci saranno da guida poi durante vita. La nostra storia finì circa un anno dopo, ma sono convinto che sia servita ad entrambi, eravamo due mondi paralleli che per un attimo si sono incontrati e mescolati e questo ci ha arricchiti e formati, ci ha dato modo di superare gli schemi e i preconcetti della nostra rispettiva formazione.

lunedì, gennaio 17, 2011




Un giro sul mercato


Stamattina sono uscito, non ne avevo molta voglia perché l’inverno è una stagione che mi mette tristezza, però sentivo il bisogno di fare due passi, così mi sono messo il cappotto e ho preso la strada per il mercato.

Nel paese dove abito, il lunedì è giorno di mercato, non ci sono molte bancarelle, però si riesce a trovare sempre un po’ di tutto: per la verità io non lo frequento spesso, preferisco camminare in mezzo alla natura e rilassarmi guardando alberi e fiori, ma data la stagione ne ho approfittato per curiosare e vedere se trovavo qualcosa di utile. Una cosa che mi ha colpito è l’aumento considerevole di bancarelle cinesi, anche perché non ne capisco il motivo, ci troviamo in un paese dove la crisi sta decimando i posti di lavoro e c’è una disoccupazione che aumenta ogni giorno di più, ma poi se si va a vedere alcuni lavori, che potrebbero anche essere interessanti, anche qui al nord sono diventati di competenza straniera, sia chiaro io non mi considero razzista, sto facendo soltanto alcune considerazioni che investono il nostro tessuto sociale.

Quello che mi domando è cosa non sta funzionando nel nostro paese, per quale motivo stiamo passando tantissime attività agli stranieri, e io vivo al nord, dove Bossi fa la voce grossa, ma in realtà la sua è soltanto sporca propaganda per illudere gli allocchi: possibile che queste persone non si accorgano che ormai l’edilizia, l’agricoltura, negli stessi ospedali con il personale infermieristico, nelle fabbriche con il lavoro interinale e in certi settori , come fonderie e lavori simili, il personale è a maggioranza extracomunitario. Quindi non si tratta soltanto di fermare i barconi ma ci vorrebbe un piano industriale serio che si ponesse il problema di coinvolgere in modo particolare le scuole tecniche e professionali per cercare di ricreare un tessuto sociale che si sta sempre più deteriorando. Certo non sono sicuramente gli accordi fiat e la riforma Gelmini che stanno marciando in questa direzione, semmai dovremmo guardare di più la Germania dove è evidente lo sforzo di quel governo per aumentare e sviluppare la ricerca e l’istruzione.

Per concludere e ritornando al mercato: c’è stato un periodo diversi anni fa, quando l’economia italiana tirava ancora bene, che la gente, anche quella comune, preferiva fare acquisti nei vari negozietti e boutique, poi è arrivata la seconda repubblica con il berlusconismo trionfante, che prometteva un'Italia sempre più ricca e felice ma in realtà ci siamo sempre più impoveriti e i mercati sono ritornati ad essere il posto più conveniente ed affollato per fare gli acquisti.

domenica, gennaio 16, 2011

Brevi considerazioni della vita


Analizzando alcuni miei pensieri e in modo particolare quelli più nascosti, devo riconoscere che nella vita si fa molta fatica a mantenere un atteggiamento coerente e responsabile, c'è sempre qualcosa che ci procura insoddisfazione e una continua ricerca verso emozioni, anche le più banali, che aprono continui conflitti verso quelle aspirazioni più profonde, che giustamente pretenderebbero maggiore coerenza e più rispetto dalle decisioni assunte. Ho l'impressione che la vita man mano che avanza, crei quell'ansia e quella insicurezza proprio in quei progetti in cui una persona ha fortemente creduto, poichè non si è potuto tenere in considerazione dell'evoluzione che la vita avrebbe avuto con il passare degli anni. Da una parte c'è l'affievolirsi delle passioni e degli interessi verso le cose più amate e dall'altra il bisogno di poter ritrovare quei momenti passati in piena sintonia con il proprio corpo e con se stessi. E' un forte conflitto dove la mente gioca un ruolo fondamentale, nella ricerca di nuovi equilibri e di nuovi orizzonti.

Stamattina si sono avuti i dati definiti sul referendum a Mirafiori e quindi si è saputo che il si ha vinto con il 54% dei voti, non è stato dunque un plebiscito, anzi decisivo si è dimostrato il voto degli impiegati che con 421 voti contro 20 hanno in pratica ribaltato il voto operaio e reso determinante la vittoria del fronte del si. Penso comunque che questa sia una vittoria di Pirro, un po’ come quella che ha avuto Berlusconi nel voto di sfiducia dello scorso dicembre, perché nei reparti operai delle carrozzerie e di montaggio il no è stato predominante, cosa vuol dire questo: che innanzitutto gli operai hanno dimostrato un grande coraggio e una forte dignità, non è facile votare contro il referendum sotto il ricatto della chiusura della fabbrica, e in secondo luogo adesso sarà molto più difficile per la fiat portare avanti il suo progetto senza la partecipazione convinta di quelle persone ne che sono la parte fondamentale e attuativa. Il risultato è poi importante perché nonostante la vittoria del si, si è dimostrato che questa politica sindacale di riduzione dei diritti e di democrazia nelle fabbriche non potrà essere estesa facilmente ad altre aziende, specialmente in quelle e sono tante dove la fiom è maggioritaria, non dimentichiamoci che la fiat di Mirafiori non ha mai rappresentato la parte più combattiva dei metalmeccanici italiani e quindi questa situazione potrà determinare e sviluppare un fronte di lotta, che se unito a quello studentesco potrà finalmente ribaltare l’attuale politica italiana e dare importanti risultati.

sabato, gennaio 15, 2011


E' da molto tempo che non utilizzavo più questo blog, oggi stranamente mentre stavo cercando su internet alcune informazioni mi è uscita la pubblicità di Blogger e così mi sono ricordato che lo avevo già utilizzato diversi anni fa, ho potuto leggere i vecchi post e mi sono sentito ringiovanire, in effetti son passati quasi quattro anni e tante cose nel frattempo sono cambiate: alcune in positivo mentre altre in negativo, d'altra parte la vita è fatta così, non si possono avere soltanto momenti belli. Devo dire per la verità che in questi anni non mi sono completamente fermato con i blog, ma ho preferito usare myspace e mi sono trovato bene, peccato però che ultimamente sono stati fatti dei cambiamenti che hanno reso questo social network meno interessante e più lento da usare causando la fuga di diverse persone verso facebook. Comunque approfittando dell'anno nuovo da poco cominciato spero di riuscire nuovamente a scrivere qualcosa di buono sul blog e di trovare nuove amicizie.

martedì, giugno 26, 2007


UNA BELLA VACANZA


Siamo ormai entrati nella calda estate ed è già quasi tardi per decidere dove andare in vacanza ma ogni anno diventa sempre più difficile trovare un buon albergo, perché i prezzi, a differenza dei salari continuano ad aumentare: l’anno scorso abbiamo scelto come meta turistica Alassio e tutto sommato, a parte alcuni problemi iniziali, abbiamo trascorso una buona vacanza.
In questi momenti mi viene spesso in mente la mia prima vacanza, quando, con i miei amici, andai in Valle d’Aosta. Allora avevo solo 21 anni e il mio spirito, come si può ben immaginare, era notevolmente diverso da quello attuale. Il nostro era un gruppo d’amici impegnati quasi tutti in politica, alcuni dentro la propria fabbrica ed altri nella scuola; io invece avevo finito da pochi mesi il servizio militare ed ero ancora alla ricerca di qualche lavoro che potesse interessarmi. Non dimenticherò mai quella bella esperienza, una fra le più importanti della mia vita: infatti, per la prima volta nella mia vita ero riuscito ad andare in vacanza da solo, al di fuori della mia provincia. Inoltre, avevo sempre desiderato moltissimo vedere quelle montagne: eravamo in Valsavaranche a ridosso del parco del Gran Paradiso, in mezzo ad una natura ancora incontaminata; le mie ultime esperienze in montagna si fermavano agli anni della colonia e del campeggio dell’ Eni, a Corte di Cadore, sulle Dolomiti. A volte penso a quanto abbiamo viziato i nostri figli: il mio, nelle condizioni in cui ci trovavamo allora, se ne sarebbe andato via subito! Infatti, non eravamo alloggiati in albergo, con tutti i suoi comfort, ma in un campeggio libero, senza nessun tipo di servizio. Al mattino, per lavarci, utilizzavamo l’acqua di un torrente che scorreva lì vicino: ricordo che l’acqua, nonostante fosse freddissima, ci rinfrescava ci manteneva in forma per tutta la giornata. Avevamo tutto il tempo a nostra disposizione: facevamo escursioni nel parco, zona molto bella e selvaggia, dove spesso s’incontravano marmotte e stambecchi. Di notte andavamo a dormire nelle tende, utilizzando anche il sacco a pelo (perché nonostante fosse estate, il freddo era pungente). E’ stato un anno molto interessante, uno di quelli che ti segnano la vita, anche perché, finita la bella vacanza, sono riuscito a trovare un posto di lavoro alla Sirti, dove ci sono rimasto per 25 anni, fino alla sua chiusura, ed ho inoltre preso la patente e comprato la mia prima macchina, una cinquecento usata.

domenica, giugno 24, 2007

IL PARCO

Oggi ho provato un forte desiderio di sentire il contatto con la natura, ed ho pensato subito ad un bosco perchè mi affascina molto, ma avendo poco tempo a disposizione ho dovuto accontentarmi del parco della Galleana di Piacenza: non che sia brutto, anzi ha i suoi pregi, ma io amo molto la natura allo stato selvatico, dove ricevo una carica di energia maggiore; in più i boschi che io amo, si trovano immersi in un paesaggio stupendo e c'è sempre la possibilità d'incontrare qualche simpatico animaletto.
Il parco riesce ugualmente a rilassarmi e a farmi concentrare bene, inoltre dopo un po' che cammino mi integro completamente con l'ambiente e ne divento una sua piccola parte. Stamattina
durante la camminata mentre osservavo alcuni tipi di piante, riflettevo su alcune situazioni che possono capitare nel corso della vita e non ho potuto fare a meno di pensare, che a volte non riusciamo ad armonizzare i nostri comportamenti e questo ci porta quasi sempre a fallire l'obbiettivo che c'eravamo dati. Quante volte ci addentriamo in esperienze che non ci convincono completamente, ma nelle quali, per il gusto di provarle, ci lasciamo poi coinvolgere? E' chiaro che dopo non possiamo prendercela con la cattiva sorte, se qualcosa ci va storto. Dovremmo abituarci ad accontentarci di poco, e ad imparare a vivere con le cose indispensabili, perchè è in questo modo che potremmo sicuramente capire quanto importante e bella è la vita. I miei anni migliori li ho passati così: senza nessuna pretesa, senza chiedere a Dio né amori né ricchezze, ma soltanto che si realizzassero gli ideali in cui fermamente credevo. Certo erano gli anni giovanili, poi crescendo si tende sempre a cambiare e anche gli ideali si perdono per la strada. Però sarebbe importante non dimenticare mai l'esperienza di quegli anni, e nei momenti di difficoltà riuscire a capire, come allora, che la vita vada sempre affrontata con grande umiltà.